ELEMENTI DI CIVILTÀ
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Pier Paolo Pasolini Scrittore e regista Anna Magnani in “Mamma
Roma” di Pier Paolo Pasolini, 1962
F. Fellini: “Fellini – Satyricon” Vittoriio
De Sica in “Il Generale Della Rovere”
IL CINEMA ITALIANO
Dopo il Rinascimento, cioè dopo Leonardo,
Michelangelo, Raffaello, Galileo, la cultura italiana forse non ha parlato
molto al mondo.
Pittori, letterati, filosofi, poeti, scienziati, architetti, non hanno
avuto, nei secoli successivi, tranne alcune eccezioni, pari rilievo e
prestigio.
Per la musica, certo, il
discorso è diverso: Vivaldi, Verdi, Puccini, Bellini, Monteverdi sono conosciuti
anche dove non arriva la fama di personaggi quali Vico o Foscolo fino a
Leopardi o Manzoni.
La cultura italiana è tornata a
parlare, senza complessi di inferiorità, all’Europa e al mondo, è tornata a
farsi ascoltare, seguire e imitare, proprio con il CINEMA.
Anna
Magnani in “Bellissima” di Luchino
Visconti, 1951
Vittorio De Sica “Sciuscià”, 1946
Nel secondo dopoguerra il cinema italiano fa il giro del mondo: prima con
la grande lezioine dei maestri del “Neorealismo” Rossellini, De Sica, poi con
il cinema geniale ed innovatore di Antonioni, Pasolini, Visconti, Petri,
Fellini.
L’Italia è sicuramente uno dei
paesi che ha saputo usare ed innalzare a dignità di arte vera questa nuova
lingua universale, con maggiore intelligenza e creatività.
Nessuno scrittore o poeta italiano contemporaneo può dire di avere fama
internazionale quanto i nostri registri cinematografici.
In tutto il mondo milioni e milioni di persone hanno partecipato
intensamente, hanno portato negli occhi e nel cuore le sequenze di “Ladri di biciclette”, una storia amara di
gente povera: “Roma città aperta”, un
grande affresco sulla solidarietà umana;
“La strada”, l’amore
straordinario e totale di una donna per un uomo rude e a suo modo generoso;
“Sciuscià”, la giornata di un bambino che vince fame, solitudine e morte tra
gli orrori della guerra; “Il generale Della Rovere”, cioè come ricuperare con
un atto di eroismo, tanti momenti di debolezza e vigliaccheria; “La dolce
vita”, immagine di una Roma borghese, superficiale e crudele.
Anita
Eckberg in “La dolce vita”
I volti di Sophia Loren,
Marcello Mastroianni, Giulietta Masina, Anna Magnani, Vittorio Gasmann hanno
coperto i muri di tutte le città del mondo.
Anche in tempi più recenti il
cinema italiano è vivo e vitale e continua la sua tradizione di impegno morale,
di cultura, di denuncia sociale con registi quali Rosi, Bertolucci, Wertmuller,
Risi, i fratelli Taviani ed altri numerosissimi.